Editoriali

Fango e realtà

Sicuramente quello che stiamo vivendo è un momento difficile, ma bisogna anche cercare di capire che cosa sta succedendo e perché: un tentativo neanche troppo velato di distruggere quel po' di politica territoriale che si è costruita.
Come? Demolendo le Regioni, individuate come oggetto di ogni male e per questo sotto attacco praticamente in tutta Italia. Non è una fantascientifica teoria del complotto: per quanto difficile da digerire, questa è la realtà.

Entriamo nello specifico di quanto sta accandendo in Piemonte: alcune cose vanno chiarite senza girarci intorno.
Il Presidente Cota ha usufruito, (peraltro parzialmente) di rimborsi previsti per legge, rimborsi che sono stati concessi, controllati e autorizzati. E solo a posteriori, solo ora, altri hanno detto tutto il contrario sulla loro liceità e da questo è nata un'inchiesta.
Ovviamente lo stesso discorso vale per il sottoscritto. Anche se chi mi conosce sa che non potrei mai rubare un centesimo che sia uno alla collettività, tanto per ribadirlo ho depositato un assegno circolare dell'importo esatto che mi è stato contestato: se qualcuno dovesse stabilire che quei rimborsi a copertura parziale delle mie attività sul territorio non erano dovuti (andando a smentire chi invece ne aveva accertato la correttezza...) tale assegno sarebbe immediatamente incassato dal gruppo regionale.
Sia ben chiaro, con questo non intendo minimamente giustificare coloro che hanno fatto spese folli, ma nemmeno possiamo essere additati tutti come delinquenti. Oltre al danno la beffa, peraltro: con il governo Cota per la prima volta in 40 anni di vita dell'ente Regione, la spesa politica è stata ridotta al punto tale da consentire un risparmio di quasi 30 milioni – ripeto 30 milioni di euro nell'arco di un paio d'anni!

Questo è quanto. A chi preferisce bersi le puttanate sulle "mutande verdi" e crogiolarsi in luoghi comuni e in un trito e ritrito "son tutti uguali", consiglio di terminare la lettura qui. A tutti gli altri ricordo un paio di altre cose ben più importanti.

Nell'aprile 2010 Cota si è fatto carico di una Regione letteralmente in ginocchio con quasi 11 miliardi di debito – N.B. il disavanzo era cresciuto di oltre il 64% negli ultimi quattro anni di giunta Bresso - ed è riuscito ad invertire la tendenza bloccando il debito e rilanciando la sanità.
Gli organi di informazione che stanno demolendo il Presidente per rimborsi da non più di 600 euro al mese, non hanno usato la stessa veemenza nel dire che a pochi mesi dall'insediamento di Roberto Cota in Regione è stata approvata una legge che riduce i consiglieri regionali da 60 a 50. E ben si son guardati dal dedicare prime pagine al Piemonte quando è stata la prima regione in Italia (ben in anticipo sul decreto Monti) a fare interventi mai visti per la riduzione della spesa politica, compresi i tagli agli stipendi di Presidente, assessori (il cui numero è inoltre sceso rispetto alle legislature precedenti) e consiglieri, con riduzioni che sono arrivate al 40% . Sono stati cancellati dal primo gennaio 2013 (ma l'iter era partito mesi prima) il rimborso chilometrico forfetario, il rimborso chilometrico per la partecipazione alle sedute d'Aula e Commissioni, è stato tolto il vitalizio. E' stato cancellato anche il gettone di presenza per il lavoro in Commissione. Si è proseguito, sempre per volontà di Cota, eliminando totalmente i rimborsi ai consiglieri stessi (che ricordo erano previsti per legge), quegli stessi rimborsi per l'attività dei gruppi che oggi ci contestano ma che di fatto dal 1 gennaio 2013 non esistono più.

Dove sono andati i soldi risparmiati? Sono stati destinati al fondo per la cassa integrazione, per i servizi sociali, per la non autosufficienza e per gli anziani. Io sono e sarò sempre orgoglioso di aver contributo a realizzare queste cose.

Sono meno orgoglioso invece del fatto che Torino sia la città più indebitata d'Italia, e che un suo ex sindaco tristemente noto per aver contribuito a tale record venga oggi visto come il "salvatore della patria", colui che dovrebbe prendere il posto di Roberto Cota. Non mi si venga a dire che "giro la frittata": ne ho sentite di tutti i colori, ora comincio io a puntualizzare, ma con fatti veri. Allo stesso modo non mi sentirete mai dire che siamo perfetti alla guida del Piemonte: senza dubbio abbiamo commesso degli errori, forse avremmo potuto gestire diversamente alcune situazioni, sicuramente avremmo dovuto comunicare con più aggressività.

No, non mi sentirete mai dire che siamo perfetti. Ma abbiamo messo ordine in un bel po' di cose pur sapendo che avremmo toccato degli interessi forti, abbiamo lavorato a testa bassa anche mentre ci mettevano in croce come farabutti, non abbiamo mai smesso di consumar le suole sul territorio pur di incontrare ed ascoltare il maggior numero di persone possibile, anche quando alcuni sguardi di dubbio pesavano come un macigno sull'orgoglio e sulla dignità.
Mi auguro che chiunque sarà chiamato a raccogliere il testimone, a tempo debito, sappia avere questo stesso slancio.

Torino, 29 gennaio 2014

Federico GREGORIO