Editoriali

Un compleanno terremotato

Buon compleanno a me! 

Per quelli di voi che faranno una capatina sul mio profilo per gli Auguri del mio 46º compleanno (e per questo vi ringrazio anticipatamente), vorrei approfittare dell'occasione per mettere in evidenza il post sulla mia recente visita ad Arquata del Tronto!

Lo scorso giovedì e venerdì, con colleghi dell"Amministrazione Comunale ed i rappresentanti di alcune Associazioni, siamo andati ad Arquata del Tronto, un paese che abbiano scelto come destinatario della raccolta fondi: quasi 13.000 euro. Arquata è un paradiso a cui l'inferno ha fatto visita, una comunità che a causa del terremoto ha sofferto molto pagando un tributo pesante in numero di morti e abitazioni distrutte. Man mano che ci si avvicinava ad Arquata, lo scenario della devastazione e distruzione di interi paesi ci ammutoliva tanto da chiederci, tutti, come comportarci con la popolazione per non apparire invadenti, per non essere d'impiccio alle loro frenetiche giornate improntate alla ricostruzione di una vita. Per paura di apparire speculatori del loro dolore, non volevamo nemmeno scattare delle fotografie, ci sembrava di violare l'intimità di persone già messe a dura prova. Ma poi incontriamo il Sindaco Aleandro Petrucci, argento vivo di 71 anni (ed un bypass coronarico) che non molla, a cui tutto il consiglio comunale si stringe attorno per cercare di ripartire. Dopo i primi abbracci ed i sorrisi, ci pareva di essere amici con loro da lunga data. Volevamo a tutti i costi sostenerli ed incoraggiarli e invece siamo stati incoraggiati e rincuorati; le nostre remore sono sparite nell'istante in cui abbiamo capito che sono loro a chiederci di comunicare il disagio che stanno vivendo; loro vogliono che si conosca la situazione e non vengano dimenticati, come giá sta avvenendo. Capiamo quindi che più se ne parla e più c'é possibilità e speranza per loro di ricominciare una vita decente. Non normale, decente. Si perché la gente comune, i Sindaci, le Associazioni accorrono in massa portando ogni genere di aiuto, ma per tanto che si possa contribuire, non è possibile rimettere in piedi le case, quello é un passaggio obbligatoriamente demandato alla burocrazia dello Stato. Ma la burocrazia, ad oggi, impedisce anche di spostare pietre e massi caduti, ed a sei mesi dal sisma non c'é nemmeno una che sia una casetta in legno, un container, nulla di nulla. Pensate che, come suporto tecnico per ricostruire il paese, l'unico tecnico che Arquata ha in dotazione é l'attuale geometra del comune! Si passa ai saluti finali, e la cosa che ci ha lasciati con l'amaro in bocca ed una certa arrabbiatura é proprio il totale abbandono dello stato nei confronti di questa gente. Ed io, noi, lo possiamo testimoniare, gridare, perché abbiamo visto con i nostri occhi quell'abbandono, abbiamo parlato con gli amministratori sconfortati e lascati soli nel ricevere le richieste di aiuto ed essere l'unica (ed ingiusta) valvola di sfogo dei cittadini; abbiamo visto il nulla mischiato al niente di ciò che é stato promesso. E mentre al rientro in autogrill si dà uno sguardo veloce ai giornali, leggo i titoloni da prima pagina che sono gli stessi da una settimana, e sono solo per le assemblee di partiti che si dividono senza però cambiare musica nè orchestrali, che stridono con altre notizie sullo stadio milionario che si dovrebbe fare in quel di Roma. Prime pagine senza senso, che stonano con la realtà dei drammi di questo paese, ma perfettamente intonate con uno stato che non ha nemmeno più il pudore di tacere difronte al fallimento conclamato per la ricostruzione. Ed allora non resta che diffondere le immagini del disastro, per non spegnere i riflettori su una tragedia che é ancora più forte che mai e che dovrebbe occupare, tutti i giorni, le prime pagine del giornale, almeno fino alla consegna delle casette in legno.

In ultimo, un ringraziamento dal più profondo del cuore a quel Maresciallo dei Carabinieri che, facendo da tramite tra le nostre comunità, ha fatto con umiltà un enorme lavoro, sempre dietro le quinte, e che spesso non citiamo per non metterlo in difficoltà...

E se siete arrivati a leggere fin quì, mi avete fatto decisamente un bel regalo di compleanno!